Montecampione - Guida Turistica

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Chiesa della Santissima Trinità
 Dalla chiesa di S. Maria Assunta salendo sulla collina, che nel medioevo ospitava un castello della potente famiglia dei Federici, si giunge alla chiesa della Santissima Trinità. Gli storici ritengono che l'attuale chiesa sia stata edificata nel 1100 sopra una precedente dell'ottavo secolo. L'edificio ha subito numerose modifiche che hanno determinato l'attuale aspetto. Caratteristica la facciata a forma di capanna nella quale si scorgono ancora i resti degli archetti che coronavano il cornicione.
 Pare che la chiesa fosse originariamente riservata al feudatario e alla sua famiglia e che solo dopo sia diventata la prima parrocchiale dell'intera comunità esinese. Interessante, anche se deteriorata, è la decorazione quattrocentesca del parapetto della loggia con una Annunciazione a cui alla Vergine sono diretti sia lo Spirito Santo che il piccolo Gesù. A sinistra ci sono i resti di una pregevole tomba cinquecentesca di Gerolamo Federici. Nella cappella di San Rocco, costruita per il voto dopo le epidemie degli anni '80 del 1400, si conservano pregevoli affreschi di Giovan Pietro da Cemmo, che li dipinse dopo quelli della chiesa di Santa Maria Assunta. Sulla parte destra, un tempo destinata all'altare, c'è una bella Crocifissione. Nella volta, divisa in quattro vele, sono raffigurati San Rocco e San Sebastiano protettori dei malati di peste, la scena della decapitazione del Battista e la Santissima Trinità, di straordinaria bellezza.
Chiesa di S. Maria Assunta
 La chiesa di S. Maria Assunta a Esine è uno dei più suggestivi e meglio conservati monumenti pittorici della Valle Camonica ed appartiene al gruppo degli edifici sacri minori edificati nel corso del XV secolo. L’edificio è il risultato di più rimaneggiamenti: l’attuale corpo centrale è del 1485 cui fu aggiunta, nel XVIII secolo, la facciata, che in effetti si sposa a fatica con il resto. Lo stile è quello della pieve rustica ad aula unica, con la copertura della navata in legno. Accanto si trova il campanile in pietra gialla chiuso da una cuspide conica, con finestre a bifora. All’interno, la chiesa è stata completamente affrescata da Pietro da Cemmo, tra il 1491 e il 1493, con uno splendido ciclo che narra, con una particolare colorazione soffusa, gli episodi della vita della Madonna e altri momenti del Vangelo.
 L’insieme colpisce per la cura dei particolari e per la pulizia dei paesaggi, per la presenza di spunti prospettici e per l’idealizzazione delle figure e delle ambientazioni, che conferiscono all’insieme un clima di pace e di serenità. Sulle pareti della navata è collocata una serie di ex voto di fine ‘400, dedicati ai Santi. Sull’arcosolio si ammira il “Padre Eterno” contornato da due schiere di Angeli; più sotto l’“Annunciazione”, la “Passione di Cristo” e la “Deposizione”. Nel presbiterio sono affrescati il “Cristo Pantocrator”, figure di Santi e l’“Incoronazione della Vergine”. Sulla parete sinistra è raffigurata la grande rappresentazione dell’“Assunzione di Maria”, mentre sulla destra sono illustrate la “Natività” e l’“Adorazione dei Magi”. La parete di fondo è interamente occupata da una grande “Crocifissione”. Gli affreschi, conservati praticamente intatti, testimoniano la raggiunta maturità del pittore e la sua profonda capacità di comunicare il senso della religiosità.
Santuario dell'Annunciata
 Il convento, immerso in una natura rigogliosa, custodisce un importante patrimonio culturale, religioso e artistico. Fu fondato nel 1467 da Mendes da Sylva e da allora è sempre stato un importante luogo di culto e diffusione del francescanesimo. La costruzione ha subito ampliamenti nel corso dei secoli, per adeguarsi alle nuove esigenze dei fedeli: alla primitiva cappella è stata aggiunta una parete divisoria e poi una nuova chiesa, con una navata divisa in tre campate. La dedica all’Annunciazione di Maria si nota nella serie di suggestivi affreschi del coro, la parte più antica del convento, dipinti nel 1475 dal giovane Pietro da Cemmo, con tecnica e cultura già sicure. Interessanti sono gli affreschi della Passione di Cristo sulla parete divisoria tra il coro e il resto della chiesa, eseguiti da un ignoto nel 1450. Il convento, oggi meta di pellegrinaggio, contiene la cella-museo del Beato Innocenzo da Berzo, un francescano molto amato, le cui spoglie sono qui custodite.